La proporzione nelle forme rappresenta la parola d’ordine di quello che per i greci era da considerarsi come BELLEZZA, un concetto molto diverso da quello che abbiamo noi oggi della stessa, in quanto nel periodo greco, si trattava principalmente di proporzionalità, quindi in termini prima di tutto totali del corpo, dalla testa ai piedi, e secondo delle misurazioni ben precise, in base alle quelli era possibile definire se un corpo era proporzionato, di conseguenza il bello, che era rappresentato per la maggiore dal fisico degli atleti, soggetti preferiti degli scultori, che prendevano l’importanza di un Dio, ne denotavano le grandi qualità come il coraggio e l’equilibrio, questo perché i greci raffiguravano le loro divinità e davano loro forme umane, per questo motivo il bel fisico degli atleti, si prestava perfettamente alle raffigurazioni degli dei, grazie alla realizzazione di sculture magnifiche, e di proporzioni giganti.
I greci, quindi, amano raffigurare e riportare soggetti di natura umana, sviluppano una vera e propria ricerca nella perfezione delle forme, data dall’equilibrio delle proporzioni, quindi gli uomini greci vengono scolpiti in maniera grandiosa, dagli sguardi coraggiosi, e in movimento, da vittoria, da conquista, da saggio, da Dio, con una certa reverenza nel volto, sempre invocando la pietà delle divinità greche, che erano davvero molto birichine con gli uomini, secondo i Greci. Ci sono moltissime sculture che si reggono perfettamente anche oggi, testimonianze della grandezza artistica e culturale della civiltà greca, tra le più mesto se si tende a ricordare korai e kouroi, sculture tipiche di quel periodo.
La perfezione nella scultura, ha dato la possibilità di riprodurre in maniera molto precisa, muscoli e vene, con una simmetria strabiliante, frutto di un vero e provo studi della forma, per la loro realizzazione, ad altissima precisione e molto realistica. Unione di geometria con la morbidezza delle linee del corpo umano, hanno reso possibile la realizzazione di opere tanto importanti quanto belle da guardare, in tutta la loro maestosità; la creazione di tali opere è stata resa possibile dalla mentalità particolare dei greci, abbastanza maschilista. Il motivo per il quale i soggetti perfetti erano considerati gli uomini deriva da un concetto profondamente maschilista in realtà, che non riusciva a vedere la perfezione nel corpo di una donna, ecco perché gli uomini erano considerati un ideale di bellezza greco.
Addio bellezza idealizzata…
Ora, col passare del tempo, la bellezza greca viene sostituita con la realizzazione delle imperfezioni umane, e della loro rappresentazione, diventa molto più interessante un soggetto imperfetto rispetto che uno perfetto, e per questa ragione le imperfezioni umane cominciano a diventare i soggetti preferiti degli artisti non sono più gli atleti ma le persone normali, con i loro infiniti difetti che adesso diventano così interessanti da farli diventare i punti forti delle opere d’arte.
Gli artisti celebrano l’imperfezione, e tendono a caratterizzare ora le loro opere con la grandissima caratteristica delle imperfezioni, volte a catturare la vera anima del personaggio. Oggi più che mai, siamo molto lontani dall’ideale della cultura greca, ma che comunque continua ad essere valutata come molto importante riferimento per lo studio delle proporzioni.